
Bauhaus
Weimar, Germania
1919 > 1933
"Il Bauhaus ha rappresentato una scuola di pensiero fondata sulla convinzione che la differenza tra industria e artigianato sia dovuta, più che alla diversa natura degli strumenti utilizzati nei due settori, alle diverse tipologie di organizzazione del lavoro in due ambiti: da un lato la divisione del lavoro; dall'altro il controllo totale dell'intero processo produttivo da parte del singolo artigiano. [...]
Il commercio e l'industria, in particolare, cominciarono a guardare con interesse agli artisti. C'era una sincera volontà di integrare l'efficienza funzionale con la bellezza e l'eleganza formale, qualità queste che il tecnico non era in grado di fornire. L'industria cominciò allora ad acquistare i progetti degli artisti. Ma questi modelli di carta si rivelarono inaffidabili: l'artista era troppo avulso dalla realtà, troppo astratto e troppo inesperto sugli aspetti tecnici della produzione per riuscire a conciliare la propria concezione del poetico con il processo industriale. D'altra parte, l'industriale non era abbastanza lungimirante da capire che la fusione di forma, efficienza ed economia che voleva ottenere in un unico prodotto non era fattibile se non integrando l'intero tempo del ciclo produttivo e la collaborazione accurata di un artista con le competenze necessarie. Non essendoci un designer di questo tipo, era necessario impostare la futura formazione dei talenti artistici su una solida base pratica per acquisire l'ambiente di fabbrica, unita a una precisa conoscenza delle leggi del design. [...]
I laboratori del Bauhaus erano infatti luoghi dove si progettavano nuovi modelli per nuovi prodotti o si miglioravano, in vista della produzione in serie, i prototipi esistenti. Per creare forme-tipo che rispondessero a tutti i requisiti tecnici, estetici e commerciali occorreva prima di tutto un team di qualità, un gruppo di persone con un solido background di cultura generale, ampiamente competente sia dal punto di vista del design pratico e meccanico, sia da quello delle sue leggi teoriche e formali. "
Testo tratto da "La nuova architettura e il Bauhaus", Walter Gropius, 1935