Iaconesi + Persico = Didattica e Comunicazione Open Source

Incontriamo Salvatore e Oriana. L'arte, la frode. Sognare strumenti, creare simulacri, essere piattaforma, perdere il controllo. La Cura, l'U-Topia.

Lavoriamo sulle relazioni negli spazi pubblici, fra gli oggetti, fra le persone.
Nefula è un laboratorio. È una dei dati rispetto allo spazio pubblico. Alla fine tutte quelle cose finiscono in una sola, in qualcosa di nuovo. Abbiamo iniziato l'osservazione sul futuro con le persone. Siamo felici se creiamo questioni interessanti.

John Cage. Arriva nella sala. Si siede. Apre il piano e per 4 minuti e mezzo non fa nulla. È una grande trasformazione. Trasforma radicalmente la natura dell'artista. È l'intero pianeta che fa il concerto. Tutti i suoni del pianeta fanno il concerto. Alla fine quella performance diventa una piattaforma, perché gli altri si esprimano. È quello che cerchiamo di fare. In modi molteplici, trasformando noi stessi in una piattaforma metodologica, indisciplinata e senza controllo, per far in modo che le persone si esprimano, così come vogliono.

U-Topia, Iniziamo da qui. Ci siamo trasformati in una piattaforma. Lo facciamo in due modi.
Primo, facendo una disciplina. Poi facciamo una cosa d'arte. Mac Luhan dice che l'arte è un ponte, tra culture e tecnologie.
L'arte e una bellissima frode. La frode è una operazione performativa di design ed è un oggetto di design. Il falso crea realtà. La realtà è una frode. Questo riguarda il ruolo dell'arte. Gli artisti frodano. Creano simulacri di una realtà differente. Sospendono la realtà consensuale per dire che esiste un'altra realtà impossibile esistente. L'arte può avere così accesso alle emozioni, alla paura. E prendere tutte le parti del corpo.

Creiamo una realtà alternativa in cui esistono cose impossibili.
Quando lo facciamo, non possiamo dimenticare la piattaforma. La realtà alternativa è creata in modo che sia possibile disegnare un sistema in cui le persone possono esserci, iniziando a viverci dentro, così come accade in una città. Tutti lavorano nella città. Kevin Lynch parla della città come di un'orchestra massiva e dissonante. In conflitto. Dove le persone sognano strumenti. Ci crediamo. L'unico modo per farlo è perdere il controllo. Le persone possano essere dissonanti: questa cosa è un valore.
A Matera facciamo un segreto pubblico: U-Topia

Utopia. In termini di fiducia è importante. La città non esiste senza fiducia. Ma nelle città esistono anime contrastanti. Ci sono ombre e luci.
Utopia è una parola particolare. È un U-place. È una parola moderna, inventata da Tommaso Moro, è l'inizio della modernità.
Non esiste, ma immaginate che proviamo a farla esistere, togliendo la U, creando mondi attraverso le parole. A Matera iniziamo a inventare il mondo con le parole della Topia. In vario modo: con la piattaforma, andando per la città, con il mapping, con le connessioni fra le cose, fra qualsiasi cosa. E ci sono molte criticità di cui parlare. Se aggiungiamo parole sulla piattaforma, le parole vengono dal mondo, ma non sono la sola geografia esistente. Ci sono geografie della mente, del cielo, burocratiche. Moltissime geografie. Le geografie di ogni abitante di Matera sono sempre differenti. Come le riferiamo ad una comune? È un problema politico. Se vogliamo riappropriarci dello spazio pubblico, la questione è importante. La de-finizione di spazi pubblici e privati, il confine, è una questione chiave. Le loro forme sono diversificate e multiple. La definizione di una realtà polifonica e reale è la Topia. La moltitudine delle persone può partecipare alla definizione delle parole e alla loro critica.

In questo processo continuo, è cruciale il concetto di disastro. L'essenza del goal e delle stelle. C'è una crisi. Siamo attratti dall'esplorazione dello spazio, ma non abbiamo riferimenti sicuri. È interessante lavorare sul disastro, sulla notte senza delle stelle. È il modo della considerazione: ti considero se attraverso lo spazio. La cura va insieme al conflitto, al limite di quello che fai.

Siamo in un super-level della cura. La trasgressione crea uno spazio, innova. Elizabeth Grosz chiama questo processo spatial excess, una nuova dimensione capace di oltrepassare preconcetti, pregiudizi e preoccupazioni sull’utilità, “oltre la rilevanza per il presente, rivolta verso il futuro.” La rivelazione e scoperta di questo eccesso dipende dalla possibilità di trasgressione. L’eccesso si trova nel “problematico”, pieno di potenziale. Il suo concetto esplora le relazioni fra trasgressione e innovazione. La trasgressione è un modo per trovare nuovi concetti.

La cura è iniziata andando in ospedale, trasgredendo, con una performance in cui la medicina agisce in mezzo alla città, dove ha effetto su tutti. Al centro della città, può generare separazione. Il cancro prende tutte le parti della vita: tutto è connesso. Tutto nella vita diventa cancro. La parte classica della lotta avviene nel laboratorio, in uno spazio separato. L'altra parte del conflitto avviene nel mezzo della società.

La cura e utopia non sono separate. Per generare un dizionario comune, abbiamo bisogno di un posto in cui costruire unità. Quando il cancro arriva in piazza, succedono cose incredibili. Le persone diventano ricercatori. È un nuovo laboratorio che include, che puoi toccare. Il vocabolario deve essere costruito. Il processo, la posizione della U da distruggere, è un'opportunità per fare parole, musica, per essere parte del processo, del mapping e della violenta distruzione.

La piattaforma è un modo di esplorare. È il primo passo di un nuovo rituale: distruggere e ricostruire. L'idea è creare un rito che accade ogni anno. Un rito contemporaneo.

Il poeta è ladro. La piattaforma è la performance, non solo online. Tutto quello che succede è performance. Ma come la documentiamo? Non puoi completamente documentarla. Sono molti i punti di vista. Il miglior modo è fare un tutorial e aprirlo, perché gli altri interferiscano con la definizione. Possiamo generare molte forme di strumenti, versioni da unire. È un grafico su cui non sono ci sono accordi. È una città. Non insegnano nulla, tranne la frode. Insegnamo come creare simulacri. Questo raccoglie  molte discipline.
Il potere di definire ciò che è buono è codificato. Il progresso definisce quello che è possibile, in questo modo diventiamo una serie di interfacce. Disegniamo all'interno di interfacce. Ma siamo identità multiple.
Il futuro è ubiquo e ci appare singolare. In realtà il futuro è plurale. Non esiste, è una performance ed è quello che facciamo. La salta alternativa è un hacking per lavorare sull'asimmetria. Per avere il tempo di raffinare, su cose multiple. I simulacri sono utili per questo.
Il fake crea realtà. Quando crei un simulacro, quello esiste. Si tratta di espansioni locali di mondi e noi possiamo lavorare sugli interstizi. La trasgressione è la possibilità di evolvere. La trasgressione riconosce i confini e li sposta. Promuove la dissonanza.

Durante la cura, tutte le persone interpretavano quello che succedeva in modo specifico, per trovare la cura. Ma non ho mai provato la necessità di scegliere. È come riposizionare l'ustione nella società.
Nella stessa visualizzazione, siamo al centro della visualizzazione. Le persone iniziano ad essere autonome: non siamo più al centro e accadono due cose. Quello che non era accessibile, diventa accessibile e appare uno spazio pubblico, con moltissima informazione relazionale accessibile. Così trasformi la cosa standardizzata in un sistema, in un processo relazionale. Tutte le informazioni diventano cose comuni. E le cose comuni, non sono solo risorse. anche relazioni di qualità. Relazioni di alta qualità, che trasformano l'arte di scelta in un processo di rete, fondato su contenuti multipli.

 

 

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Marco Petroni, Mondi possibili

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