
Da Siponto all'Open Design School
La voce di Edoardo Tresoldi. Il talk all'Open Design School. Le fasi del lavoro, la squadra, l'arte e l'archeologia, l'aspetto artigianal, le emozioni.
Siamo qui per testimoniare l'esperienza di Siponto.
Non sono un architetto. Non ne ho le competenze. Ho iniziato come scenografo. Sono arrivato all'architettura con un approccio scultoreo.
Le prime fasi del lavoro sullo spazio intervento riguardano il genius loci, le componenti dello spazio che entrano a far parte della composizione.
L'intervento a Siponto si è inserito quando si cercava una soluzione per una copertura sul mosaico della Basilica. Siamo partiti da quello ed è stata una prima occasione di una nuova consapevolezza, per un nuovo tipo di forma, all'interno del patrimonio storico. Un format nuovo e delicato, che richiede la fusione delle figure professionali. Esse devono sciogliersi, fondendosi da campi lontani, con la possibilità di capire come parlare con l'antico, con una percezione della propria responsabilità senza paura di intervenire. Stiamo costruendo il patrimonio storico che domani sarà il passato.
In squadra
In squadra si parla con un blocchetto, con i segni. L'energia della squadra è complessa. Ognuno ha un ruolo, ma anche la capacità di prendere il posto dell'altro, tenendo alto il livello del cantiere. La gerarchia è orizzontale e l'artista tiene insieme le persone che si sentono dentro la progettualità.
La novità del progetto è che l'archeologia e l'arte contemporanea si sono fuse. L'archeologia ha consentito l'espressione artistica. E c'è stata una fusione fra due fabbriche.
Era necessario dare un'idea di come fosse l'alzato. Quest'architettura non tradisce l'origine paleocristiana. È l'immaginazione sul passato, per proiettarci sul futuro.
È una macchina del tempo. Che cosa potrebbe diventare questo tipo di lavoro?
Si aprono enormi scenari politici, per la lettura immediata dei siti. Una prospettiva che non esiste. Apre a ventaglio una trasversalità della comunicazione.
C'è un luogo antico che ospita un modello pertinente, un ectoplasma che aiuta ad immaginare quello che non c'è più. La sensazione è che questo volume ben visibile è come se non ci fosse. Vedi le nuvole, gli alberi. Hai l'idea di uno spazio, con un esterno che interagisce con l'interno. Il fatto che entri l'aria, rende l'opera cangiante, rispondente ai fattori esterni, una scultura nella trasparenza.
Abbiamo creato architetture entrando nel linguaggio architettonico.
Ho iniziato ad individuare gli abitanti di questo posto. Abbiamo messo due persone nello stesso impossibile spazio temporale, che non hanno mai vissuto.
È stato fatto il più possibile con il meno possibile.
Ho sempre lavorato partendo da una linea di terra verso il cielo. E poi dalla linea di terra, verso giù.
Non la struttura originale della basilica, ma un ambito per l'opera d'arte.
Un'esperienza fortemente sperimentale. Non sono mai state fatte strutture così in Italia.
Cosa l'arte contemporanea può dare all'archeologia?
Dopo sei mesi, è un resoconto che possiamo fare.
Adesso si sta cominciando a parlare della possibilità di riproporre interventi analoghi.
Prima di questo lavoro non avevo idea di cosa fosse il mondo dell'archeologia.
Siamo riusciti a trovare una soluzione per farla stare in piedi. La testimonianza del fatto che da giovani si possono anche fare cose che vanno anche oltre l'immaginazione. Un grande gioco in cui si è fatta una cosa un po' più importante.
Una delle altre problematiche importanti è la fusione con l'archeologico. In alcune situazioni vengono costruiti dei muretti di sacrificio. Siamo partiti da quei muretti alzandoli e ancorando a quella parte, con una modalità potenzialmente reversibile. Si potrà ritornare al punto zero.
Gli archeologi in genere seguono un discorso filologico. Ma io cerco di decifrare una fusione fra quello che arriva dalla storia e l'invenzione. Cerco di decifrare una serie di aspetti che fanno parte di un approccio esperienziale. Quando faccio un intervento concentro tutta la progettualità su questo discorso. Possiamo puntare lenti di ingrandimento su cose che già ci sono. Sugli elementi che abitano il luogo.
Il sovrintendente della Puglia ha spinto. Ha fatto un lavoro egregio. Era la cosa più lontana dal mai fatto.
La creatività è stata ovunque. Ognuno ha lavorato oltre i propri doveri professionali per riuscire a creare ponti di fusione fra tutti.
L'aspetto artigianale
È un approccio molto analogico. Per fare cose molto importanti, possiamo lavorare con la nostra cultura molto manuale e con un approccio manuale, che può essere inserito in una scuola. Dalla scenografia ho imparato a controllare nella realtà.
Abbiamo ascoltato i progetti dell'Open Design School. È lo stesso spirito. Il nostro spirito d'inizio è simile a questo. Con disegni fatti a mano.
Due numeri. Gli ultimi dati sull'affluenza della basilica del 2008 parlano di 800 persone l'anno. In 5 mesi, ci sono stati 100.000 visitatori.
Abbiamo un patrimonio enorme, storico, che potrebbe essere utilizzato con valori aggiunti contemporanei.
Tutto il progetto delle cave parte dall'utero della città, per rendere quel luogo contemporaneo con una vita internazionale. Quando sono arrivato a Siponto, la città non era conosciuta. Con un'operazione del genere, nel mondo, a Chicago o in Australia, parlano di Siponto. Un'operazione contemporanea può ridare vita e riconoscere i luoghi.
L'aspetto emozionale: qual è il momento in cui l'hai vista finita?
Parto da un'esperienza formativa. Per chi fa, il cantiere è un viaggio, un'esperienza fortissima. Sono esperienze e storie che si creano. Ogni elemento che si andava a inserire, cambiava l'equilibrio della composizione. Mano man che montavamo, tutta la composizione cambiava. Inizialmente non c'era la chiesa. C'erano i due elementi che incorniciavano l'albero. Ad un certo momento, quando abbiamo unito le due parti, è arrivata la chiesa. È stato il momento in cui l'operazione aveva preso un senso. In quel momento era ritornata quella signora. Gli edifici erano un'unica entità.
La chiesa era stata usata come cava per costruire l'altra. Queste due chiese non hanno mai realmente convissuto. Era il primo momento della storia in cui esse rivivevano insieme, con due consistenze e tempi diversi. Ci sono storie già attivate e tu ne attivi altre.
Quanto durerà? È un qualcosa che caratterizza il periodo storico.
Amo andare nei posti e chiudere in una scatola quel viaggio.