I-DEA - Archivio degli Archivi

Archivio degli archivi: un viaggio attraverso le collezioni della Basilicata

“L’archivio è sempre stato una promessa, e come ogni promessa, un simbolo d’avvenire.” Jacques Derrida, Mal d’archivio

I-DEA è uno dei due progetti pilastro di Matera 2019 ed esplora gli archivi e le collezioni della Basilicata da un punto di vista artistico. È un esperimento che vede gli archivi e le collezioni come degli organismi viventi attraverso i quali interpretare le complessità stratificate della storia di una regione.

Cinque artisti e designer, Mario Cresci, FormafantasmaVirgilio Sieni, Navine G. Khan Dossos & James Bridle e Liam Gillick & Pelin Tan, la cui pratica trova i fondamenti nella ricerca sono stati invitati a curare cinque mostre consecutive utilizzando gli archivi come punto di partenza. Lavorando con una serie di materiali e documenti apparentemente sconnessi tra loro, gli artisti sono invitati ad immergersi negli archivi trasmettendo la loro interpretazione sotto forma di una mostra temporanea.

Il gruppo di ricerca del progetto ha costruito le fondamenta di I-DEA partendo da uno studio ed una mappatura degli archivi e collezioni presenti nella regione effettuato dall’Università della Basilicata. Nell’arco di diversi mesi, la squadra ha visitato decine di questi archivi e collezioni, da archivi pubblici a piccole collezioni private. L’obbiettivo di I-DEA è stato quello di mantenere un approccio inquisitivo rispetto alla nozione di archivio nel tempo e nello spazio.

Il progetto ha adottato un sistema di accumulazione aggiungendo o rimuovendo i materiali d’archivio nello spazio espositivo. Ogni artista è stato invitato a stravolgere, rielaborare e modificare l’allestimento dello spazio prodotto dai curatori precedenti. In questo modo, I-DEA è stato una performance collettiva in flusso continuo. Lo spazio I-DEA è rimasto sempre aperto nel corso di tutte le mostre permettendo ai visitatori di assistere alla fase di allestimento di ogni mostra nonché fase di ricerca, elaborazione e selezione dei materiali d’archivio da parte dai curatori.

L’idea di accumulo di materiale si ispira all’immaginario dell'archivio come mutabile. Per questo, Open Design School ha disegnato un sistema di allestimenti aperto, modulare e movibile che possa portare umiltà, dubbio, curiosità e uno spirito anti-didattico nella curatela di collezioni e materiali d’archivio.

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Foto di Pierangelo Laterza

Al via il FabLab di Open Design School

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Teatro Temporaneo per Silent City

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